I narratori

Serial Chillers

Sembrava una persona così a modo…
Sempre gentile, un sorriso per tutti…
Non li ho mai sentiti litigare, una famiglia come tante…

Il tranquillo svolgersi del quotidiano. Poi, improvvisamente, il cortocircuito della normalità. Volti comuni, volti di strada, volti che un giorno cambiano faccia senza un motivo apparente. Biografie che impazziscono, schegge di vita fuori controllo che distruggono altre vite. Per caso o per vendetta, intrecci di sangue, follia, solitudini e miseria.

Omar Salemi, Nico Panzai, Paola Koller fino a ieri non esistevano. Erano i nostri innocui vicini di casa, il nostro medico, il nostro parrucchiere. Poi questi “nessuno” hanno ucciso e i loro volti si sono trasformati.  Sono diventati nutrimento per i mass-media e morbosa attrazione per l’opinione pubblica. Le loro storie sono state raccolte nelle pagine di questa antologia. Dove la banalità del male, prima ancora di essere letta, si guarda.

Venticinque volti in bianco e nero per venticinque storie che brillano di oscura violenza. Un volto per ogni carnefice di questi racconti noir, scritti da esordienti che hanno partecipato alla prima edizione del premio letterario “Serial Chillers Award – 25 incensurati in cerca d’autore”.

Un concorso ideato da un fotografo, Fabrizio Belardetti, il cui bando conteneva già una trama: la storia di un fotografo di ritratto, appunto, che, ottenute faticosamente le autorizzazioni necessarie, riesce a entrare nelle peggiori carceri del mondo e scattare i primi piani dei 25 più pericolosi serial killers viventi. Ma chi si cela dietro queste maschere? L’inquietudine degli sguardi, dei ghigni e delle rughe ha provocato i racconti di questo volume.

In realtà le foto sono state realizzate in studio da Fabrizio Belardetti e i ritratti non sono di serial killers, ma di soggetti incensurati a cui sono stati associati profili criminali. Persone tranquille, mansuete, banali: “chillers” e non “killers”. La pronuncia è la stessa, ma la parola cambia nella sostanza.

C’è la chirurga che sevizia e ammazza solo donne bionde per vendicare il tradimento del marito. Una donna che fa della parola l’arma bianca per plagiare sbandati e trasformarli in assassini. Un torbido giallo mediatico dai contorni agghiaccianti, nato tra le sicurezze delle mura domestiche.

Un concorso letterario come occasione di riflessione sulla relazione tra crimine, comunicazione e immagine, che spesso, più che documentare, “costruisce” la realtà.

Ad aprire l’antologia “La tragica fine di un uomo improbabile. O quasi”, un inedito di Loriano Macchiavelli, padre del noir italiano.

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