I Forcelli

Casa della cultura, Padulle di Sala Bolognese (Bo): inaugurazione della mostra “I Forcelli. Racconti di una borgata fantasma” – 25 febbraio 2012

sabato 25 febbraio 2012 alle ore 17.00 fino a sabato 17 marzo 2012 alle ore 12.00

Casa della Cultura, via Marconi 5, Sala Bolognese (Bologna)

Inaugurazione della mostra “I Forcelli. Storia di un borgata fantasma”.
Una ricca raccolta di fotografie, documenti e oggetti per raccontare la borgata, situata tra Persiceto e Sala Bolognese, scomparsa nel 1966 dopo una tragica alluvione del Samoggia.
Nell’occasione verrà presentato il volume “I Forcelli. Storie di gente, di terra e di acqua dalle parte di San Giovanni in Persiceto” (Maglio Editore). Interverranno Valerio Toselli, sindaco di Sala Bolognese, Wolfango Horn, promotore del progetto, Pierangelo Pancaldi, curatore del volume, Fernanda Vancini, ex abitante di Borgata Forcelli. La mostra sarà aperta fino al 17 marzo. Orari: martedì e giovedì: 9-13 e 14,30-19,30; sabato e domenica 10 – 12. Ingresso gratuito. Nelle domeniche di apetura sarà possibile acquistare il volume e acquistare copie delle fotografie in mostra.

Il volume e la mostra sono il risultato di anni di ricerca su Borgata Forcelli, un piccolo gruppo di case, seminascosto dal vecchio argine del Samoggia, lungo la strada tra San Giovanni in Persiceto e Sala Bolognese. Un borgo che oggi non esiste più, sacrificato nei lavori di sistemazione del fiume dopo la disastrosa alluvione del 1966 e che rischiava di diventare un luogo mitico e lontano, relegato al mondo delle leggende. Quasi una piccola Atlantide sommersa dalle acque. Per evitare un secondo naufragio nell’oblio del tempo, un gruppo di appassionati e di studiosi locali ha recuperato ciò che è rimasto di questa storia per fortuna ancora viva nella memoria degli anziani. Testimonianze, ricordi, racconti e documenti nonché una ricca raccolta di foto d’epoca messe a disposizione da coloro che ai Forcelli hanno vissuto davvero. Tutto ciò che è servito a far rivivere un mondo molto diverso da quello attuale, fatto di mestieri duri, dai nomi oggi quasi incomprensibili: spondini, sbadilanti, scariolanti. Un microcosmo nato su un passato fluviale, che dal fiume ha tratto le risorse per sopravvivere e che è morto quando il fiume è cambiato.

La mostra e il volume che l’accompagna ricostruiscono, in modo storicamente rigoroso, la storia e l’idrogeologia della borgata, l’economia e la società, la didattica e l’istruzione scolastica, dalle origini fino all’epilogo, nel 1966.

“Crediamo sia importante riscoprire e mantenere la nostra storia, la nostra identità di “terre d’acqua” – spiega Wolfango Horn, promotore del progetto- “ e non per una campanilistica difesa delle nostre tradizioni, ma per comprendere e divulgare la nostra storia, con l’obiettivo di trasmetterla alle nuove generazioni e capire altri popoli che vivono oggi in situazioni molto simili a questo nostro vicino passato”.

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