Una storia di solidarietà nata quasi per caso, da un incontro che ha portato a un lungo viaggio e alla realizzazione di un progetto destinato a gettare un ulteriore ponte tra la provincia di Varese e il Kenya: Paolo Genovesi, fotografo di Ravenna, ha dedicato un libro al Wamba Hospital, animato per decenni dalla dedizione del medico castellanzese Silvio Prandoni. «Qualche mese fa durante una mostra itinerante di alcuni miei scatti dedicati alla lotta al doping, ho conosciuto un dottore che mi ha parlato di Wamba e di quanto significhi per tutto il vostro territorio – racconta Genovesi – Lui è stato più volte in Kenya e le sue parole mi hanno subito colpito molto. Alla fine di quella lunga chiacchierata il suo entusiasmo e la storia del dottor Prandoni, che ha avuto il coraggio di lasciare tutto per mettersi a disposizione di chi ne aveva davvero bisogno, mi hanno completamente conquistato. L’inaugurazione della mostra risale alla fine di dicembre del 2012. Il 9 gennaio 2013 stavo già partendo per il Kenya con la mia macchina fotografica».

Per dieci giorni Genovesi si è immerso nella realtà del Catholic Wamba Hospital, documentandone le attività con foto e filmati: «Ho scoperto un fiore che cresce nel deserto, una pietra preziosa incastonata nella savana più dura e aspra – spiega – La struttura serve una popolazione di 200mila persone e grazie all’opera di proselitismo di Prandoni porta specialisti di tutto il mondo nel cuore dell’Africa, educando la gente del posto alla cultura del dare e fare per il prossimo. Ho percorso le corsie osservando il lavoro di medici e infermiere e sono stato a stretto contatto con la popolazione locale, toccando con mano come l’influsso benefico dell’ospedale si estenda anche all’ambito dell’istruzione e della formazione». Quell’esperienza è confluita in un dvd (8,5 minuti, 5 euro) e nel libro “Hello Wamba” (152 pagine, 15 euro), realizzato con gli scatti di Genovesi e i testi di Marco Tarozzi e pubblicato da Maglio Editore. «Il ricavato della vendita verrà devoluto all’ospedale di Wamba e alla sua gente per ampliare la farmacia interna.

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