I 34 scheletri del Poggio

Adnkronos, 7 settembre 2012

Test sui 34 scheletri rinvenuti a Persiceto scagionano partigiani: non fu una strage di fascisti

ultimo aggiornamento: 07 settembre, ore 11:13
Roma, 7 set. – (Adnkronos) – Manca l’ufficialita’ ma e’ certo che i 34 scheletri trovati in un campo a San Giovanni in Persiceto (Bologna) nel 1962 e chiusi in una cripta nel cimitero del paese, non siano di persone uccise dai partigiani. Dopo oltre quattro mesi, dato che le ossa sono state riesumate il 23 aprile scorso, scrive il “Quotidiano Nazionale”, sono giunti i risultati delle analisi effettuate nel laboratorio Cedad di Lecce con il radiocarbonio che datano le ossa ad un periodo che va dalla fine dell’800 all’inizio del 1100 dopo Cristo.
Per cinquant’anni, continua il quotidiano, l’opinione pubblica era divisa sull’origine dei quelle ossa emerse dal campo di proprieta’ del signor Maestrello, anche se l’ipotesi che aveva preso maggiormente piede era quelle di essere di fronte alle vittime di un agguato da parte di un gruppo di partigiani a persone legate al fascismo. Tanto che nel 1963 venne celebrata anche un funerale solenne nella Collegiata per donare una ‘fine’ dignitosa a quei misteriosi individui e venne anche eretta una lapide in loro memoria vicino al luogo del ritrovamento.
Sono stati, l’anno scorso, Carlo d’Adamo e William Pedrini dell’Anpi di Persiceto, convinti che gli scheletri fossero di un epoca piu’ remota, a muoversi per ottenere ilpermesso per la riesumazione degli scheletri e mandare i campioni ai laboratori di Lecce. Nei prossimi giorni, ha riferito il sindaco di Persiceto, Renato Mazzuca, “il Comune interverra’ sul caso, diramando le informazioni contenute nei risultati giunti da Lecce” e poi si vedra’ che scelte prendere per porre la parola fine a questo lungo mistero.
I 34 scheletri del Poggio

il Resto del Carlino, 11 aprile 2012

Trentaquattro scheletri riesumati dal cimitero

“Vogliamo sapere chi sono”

San Giovanni in Persiceto, l’Anpi a caccia della verità. Il sospetto di un eccidio

 

di Alessandro Belardetti

Il funerale celebrato nel maggio del '63 (Foto Belardetti)

Il funerale celebrato nel maggio del ’63 (Foto Belardetti)

San Giovanni in Persiceto (Bologna), 11 aprile 2012 – La soluzione del mistero si avvicina. Il 23 aprile, infatti, verranno riesumate dal cimitero di San Giovanni in Persiceto le ossa dei 34 scheletri che furono trovate durante un’operazione agricola di impianto di un filare di vite, il 6 ottobre del 1962 nel terreno della famiglia Maestrello, accanto a via Poggio. A ottenere il permesso, concesso dal procuratore capo Roberto Alfonso, per far analizzare a proprie spese i campioni di ossa, sono stati Carlo D’Adamo e William Pedrini, rappresentanti dell’Anpi di Persiceto.
Tutto è iniziato nel 2008 con la richiesta di disporre indagini sull’accertamento dell’età degli scheletri e tra pochi mesi, il tempo necessario agli istituti di ricerca per consegnare i risultati, arriverà la soluzione. Il caso dei ‘34 sconosciuti’ (in realtà non c’è certezza nemmeno sul numero delle persone e resta viva la possibilità che nel terreno siano ancora sepolti altri scheletri), anche dopo la sentenza del 1965 contro ignoti imputati di strage e soppressione di cadavere, non venne mai risolto e ora torna improvvisamente d’attualità. All’epoca, l’Istituto di medicina legale di Bologna, dopo sette mesi di analisi, evidenziò che le cause e il periodo preciso della morte non erano identificabili. Il giudice, però, concluse che gli scheletri appartenevano a vittime di rappresaglie, fasciste o della Resistenza, della Seconda guerra mondiale, anche se la loro identità non venne mai a galla.
Nel maggio del 1963, nella chiesa della Collegiata, ci furono i funerali in forma solenne con le cassettine zincate portate al cimitero. Le due ipotesi che ai tempi presero maggiormente piede, e rimasero nel corso degli anni le più credibili sull’evento e sul periodo storico in cui morirono quelle 34 persone, risultano diametralmente opposte e ognuna non del tutto convincente.
Oltre alle testimonianze e alle analisi delle ossa, il terzo e decisivo punto di partenza per la ricerca della verità è il ‘luogo del delitto’: gli scheletri vennero rinvenuti a una profondità di circa 1,20 metri, su due file parallele per una lunghezza di circa 80 metri e a una distanza di un 1,5 metri l’uno dall’altro, senza indumenti e oggetti, ad eccezione di un coltello ormai privo di manico. Contemporaneamente venne scoperto anche lo scheletro di una testa di cavallo: un ritrovamento piuttosto stupefacente.
Tornando alle due ipotesi, da un lato c’è chi sostiene che le ossa appartengano a persone decedute a causa dell’attacco di peste avvenuto nel 1630, dall’altro c’è chi difende la tesi secondo cui quei 34 scheletri possano essere dei passeggeri, militari della Repubblica Sociale Italiana a bordo della famosa ‘corriera fantasma’, una vicenda tutt’altro che chiara. Quel che è certo è che il giallo di questi ‘34 sconosciuti’ è durato troppo a lungo e dopo 50 anni è giunto il momento di conoscere la verità sulla loro morte.

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