Quando le porte si sono aperte

Ufficio stampa Comune S.G. Persiceto, giovedì 23 ottobre 2014

“Quando le porte si sono aperte”

Comunicato stampa

Sabato 25 ottobre dalle ore 10 alle 13 nel Teatro comunale di Persiceto si terrà il convegno “Quando le porte si sono aperte”, durante il quale sarà presentato l’omonimo volume, edito da Maglio editore e pubblicato in occasione dei 25 anni dalla chiusura della struttura psichiatrica di San Giovanni in Persiceto.

23/10/2014

Venticinque anni fa, nel 1989, chiudeva l’Ospedale-Ricovero San Giovanni, la struttura psichiatrica del comune di Persiceto. L’esperienza del superamento dell’Ospedale-Ricovero resta unica ed esemplare nel panorama della psichiatria italiana. Questa operazione, contestualmente al reinserimento delle persone ricoverate nei loro contesti di origine, ha portato alla nascita del welfare nei quattro comuni dell’allora “Consorzio Socio-Sanitario”, fondando i servizi di assistenza che tuttora rendono possibile il mantenimento sul territorio delle persone fragili, anziane, con handicap o con disturbi psichici.

Il convegno “Quando le porte si sono aperte” in programma sabato 25 ottobre e l’omonimo volume, edito da Maglio editore, che sarà presentato per l’occasione, intendono ripercorrere le vicende che portarono alla de-istituzionalizzazione di questa struttura, attraverso le voci dei suoi stessi protagonisti. Durante la mattinata di approfondimento, che si svolgerà dalle ore 10 alle 13 presso il Teatro comunale di Persiceto, i redattori di Psicoradio (la direttrice Cristina Lasagni, Università di Lugano, la tutor Angela Cristelli e i redattori Vincenzo Bottiglioni e Luca Gamberini) intervisteranno testimoni di ieri e di oggi, tra cui: Ernesto Albano, infermiere dell’Ospedale Ricovero San Giovanni, Villiam Alberghini, medico e consigliere dell’Ospedale Ricovero, Gabriella Boilini, sociologa (a cui recentemente il Comune di Persiceto ha conferito la cittadinanza onoraria), Italo Cadelano, ex degente dell’Ospedale Ricovero, Franco Di Giangirolamo, all’epoca responsabile della Camera del Lavoro di Persiceto, Rolando Dondarini, presidente della “Festa internazionale della storia”, Università di Bologna, Ivonne Donegani, responsabile Centri Salute Mentale Ausl di Bologna, Giorgio Gosetti dell’Università di Verona, Piero Manganoni, sociologo, Elisabetta Perazzo, presidente archivio storico della Cdlm di Bologna, Ivana Sandoni, responsabile delle leghe Spi-Cgil per i Comuni di Terred’acqua, il Sindaco e il Presidente del Consiglio del Comune di San Giovanni in Persiceto.
L’evento, inserito nell’ambito della Festa della Storia 2014, è promosso da Spi-Cgil, Comitato di ricerca e documentazione sul superamento dell’ospedale-ricovero di San Giovanni in Persiceto e da Auser Persiceto con il patrocinio del Comune.

Lorenza Govoni – Ufficio stampa Comune Persiceto

Ernesto cavaliere coraggioso

Mammeonline.net – 14 ottobre 2014

Questa è un’intervista alle due autrici del libro “Ernesto cavaliere coraggioso”; nasce dalla loro esperienza di mamme ma non solo, di educatrici d’infanzia e questo connubio di esperienze di vita e lavorative fa sì che questo libro, davvero speciale, possa divenire uno strumento lavorativo per chi si occupa, professionalmente, di bambini molto piccoli nell’età tra il nido e la scuola d’infanzia. Ma diamo la parola a Claudia e Francesca :)

Ernesto cavaliere coraggioso è un libro nato per il passaggio dal Nido d’Infanzia alla Scuola dell’Infanzia; quali sono gli argomenti che volete mettere in evidenza con questo libro e perché?

Claudia: Come insegnanti di scuola dell’Infanzia, ci capita spesso di inserire bambini che arrivano con tutti i loro oggetti transizionali, il ciuccio, il biberon, il pannolino, poi, improvvisamente, spariscono solo perchè sono entrati a scuola e, di consegnuenza ,sono  diventati grandi. Non diventa una scelta ma un obbligo dall’ esterno.

Francesca: Con Ernesto volevamo mettere in evidenza l’importanza, per il bambino, di maturare una scelta in modo consapevole. I genitori dovrebbero accompagnare in maniera graduale il proprio figlio in questo percorso di separazione e di crescita. La lettura di questo libro, ci piace pensare, possa essere uno strumento che aiuta le famiglie e il bambino in questo passaggio.

Trovate che quella dell’autonomia sia l’unica chiave di lettura? Perché un’educatrice/insegnante dovrebbe adottarlo? 

Claudia: il libro può avere diverse chiavi di lettura, a seconda della prospettiva con cui lo si guarda o lo si legge. E’ possibile focalizzare l’attenzione sull’autonomia, sulla capacità che abbiamo tutti di affrontare le proprie paure oppure sulla possibilità che gli oggetti circostanti diventino qualcosa di diverso.

Francesca: Un’educatrice/insegnante dovrebbe adottarlo proprio perchè ha tante chiavi di lettura poste su piani diversi. Ciascun bambino, quindi, può attivare canali emotivi ed espressivi differenti, a seconda delle proprie necessità, esperienze e consapevolezze.

Se non foste le autrici di Ernesto e lo trovaste in libreria, cosa vi sedurrebbe al punto da farveloo acquistare? 

Claudia: La faccia di Ernesto, l’illustratrice, Elisa Rocchi, è stata bravissima… è riuscita a capire ciò che doveva trasmettere Ernesto in questo suo viaggio di crescita.

Francesca: La faccia intesa come espressività; inoltre c’è grande pulizia nelle immagini. Questo permette ad ogni bambino di immedesimarsi facilmente in Ernesto.

 

Perché estato realizzato con una grafica così essenziale, poche immagini su uno sfondo bianco o nero? 

Claudia e Francesca: I bambini sono essenziali, non hanno bisogno di tanti particolari, il rischio, se ci sono troppi stimoli visivi,  è che si perdano e, quindi, l’attenzione vada verso un elemento meno importante rispetto al nucleo centrale della narrazione. Noi volevamo che l’attenzione fosse concentrata sulle immagini e sulla storia.

Ernesto cavaliere coraggioso

Chi è la Maglio editore?

Claudia: e’ una piccola casa editrice di San Giovanni in Persiceto. Marco Maglio e il suo staff di giovani ragazzi, finora si sono occupati, in modo particolare della storia di Persiceto e Bologna. Con la Piccola Simo, libro illustrato da Elisa Rocchi, sul primo giorno di scuola Primaria, ha esteso il suo interesse verso le storie per bambini.

Francesca: Con Ernesto, la collana Esploratori, ha allargata, ulteriormente, la forbice dei lettori interessando bambini dai 2 ai 6 anni,.

La parola ai piccoli lettori di Ernesto: cosa ne pensano?

Claudia: Ernesto è stato scritto pensando alla fascia di bambini dai 2 ai 4 anni. Quando il libro si è concretizzato, lo abbiamo portato a scuola e letto nelle varie sezioni….ci siamo meravigliate ! Nonostante ci fossero ciuccio, pannolino e biberon anche i bambini più grandi erano affascinati e coinvolti dalla storia. Attenti ai particolari che possono sfuggira a quelli più piccolini. Siamo state anche intervistate da una radio di minorenni, sempre di Persiceto, RadioImmaginaria (www.radioimmaginaria.it, o su fb radioimmaginaria ), e anche loro sono stat colpite dalla storia.

Ernesto con la spada biberon affronta il mostro

Francesca: I bambini parlano attraverso le espressioni. Quando ascoltiamo i bambini parlare o commentare Ernesto ci accorgiamo di quanto, ognuno di loro, lo viva diversamente Ad esempio, una bambina di 5 anni parlando della pagina nera l’ha definita “il vuoto”, un altro bambino nel vedere l’incubo di Ernesto lo definisce “Un animale feroce con dei denti aguzzi”, un altro bambino del Nido chiedeva a tutti gli adulti se anche loro avessero la spada come Ernesto. Al Nido, le insegnanti chiedevano in quali parti del corpo i bambini avessero il loro coraggio e tutti, dovendolo pensare, hanno scoperto di possederlo.

Claudia e Francesca: Insomma è un libro che dice ma, soprattutto, può far dire tanto.

Misfatti di confine tra '500 e '700

Borgo Rotondo – agosto/settembre 2014

tana

Da sindaco della fascia alla fascia da sindaco

1000cuorirossoblu.it – 10 settembre 2014

1000cuoriPubblicato Mercoledì, 10 Settembre 2014 09:00 | Scritto da Paolo Panzacchi

AUTORE: Andrea Pelacani
EDITORE: Maglio Editore
GENERE: Biografia/sportivo
ANNO: 2014
PP: 199

Carlo Nervo lo ricordiamo tutti. Carlo Nervo è il Bologna degli ultimi fasti. Carlo Nervo lo ricordiamo con il suo numero sette, ricordiamo le sue corse, i suoi cross, i suoi gol.
Di Carlo ricordiamo l’umiltà, l’abnegazione e il grande lavoro di crescita da quando il Presidente Gazzoni lo vide contro i nostri colori quando vestiva la casacca del Mantova. La squadra lombarda fallì, il Bologna aveva bisogno di vivacità e brio, Carlo le aveva, Gazzoni lo intuì, ci credette e fortemente lo volle vestire di rossoblu. Una delle tante scommesse vinte di Mister Idrolitina.
Questo giocatore così duttile, così abile a farsi trovare sempre pronto, ha contribuito a rendere di nuovo brillante il Bologna dopo il disastro del fallimento, delle umiliazioni e della Serie C. Carlo ha portato di nuovo il rossoblu in Nazionale. Bologna deve molto a Carlo Nervo, e Carlo deve molto ai colori rossoblu.

Storia di un grande amore.

Andrea Pelacani ha una penna interessante, accattivante, da fine cronista con venature di tifo mai banali e che fanno ripercorrere al lettore un decennio di grandi cavalcate di gloria del Bologna e della sua ala più rappresentativa.
Gli occhi non sanno mai fermarsi e corrono, capitolo dopo capitolo, dietro agli stessi palloni rincorsi da Carlo. I suoi primi approcci con il mondo del professionismo, l’esperienza di Mantova e lo sbarco in rossoblu. La bellissima stagione che ci portò dalla C in Serie B e che vide in lui uno dei più cristallini protagonisti.
La seguente stagione di Serie B, quella del mitico cross di Doni, testa di Bresciani e il Dall’Ara, e anche chi vi scrive, a saltare con gioia incontenibile per salutare il ritorno in paradiso, con Carlo sempre fra i protagonisti.

Poi gli anni di Serie A, le avventure europee, l’anno magico con Baggio, i gol e qualche difficoltà fisica, il tutto affrontato dal numero sette veneto con dedizione e spirito di sacrificio. Sempre prima la squadra, la maglia e poi la sua gloria.

Gloria che culmina nelle convocazioni in azzurro, l’esordio, i complimenti dei Commissari Tecnici. Un azzurro che, purtroppo, sbiadisce con il tramontare dell’era Gazzoni, con lo svanire dei sogni rossoblu. Con calciopoli, con la nuova serie B. Con la rabbia di una dirigenza che a Nervo dovrebbe riconoscenza ma che non gli parla.
Carlo finisce a Catanzaro, a malincuore, con dolore. Un amore mai sbocciato con la squadra calabrese. Infatti Carletto tornerà, in seguito al mercato di Gennaio, a vestire i colori rossoblu. Darà il suo contributo, sempre onesto, sempre di cuore, a stagioni purtroppo non esaltanti per il Bologna.

Finisce poi l’unione di Carlo con il calcio, con il Bologna, dopo tredici stagioni, 417 partite e 42 reti messe a segno.

Pelacani ci racconta brevemente anche le avventure extracalcistiche di Nervo che, appunto si trasforma da sindaco della fascia a sindaco di Solagna, il suo paese.

“Da sindaco della fascia alla fascia da sindaco” ci consegna una biografia affettuosa e grintosa di una delle più belle storie recenti del nostro calcio, anche nazionale e Pelacani con la sua penna ci fa godere ancora una volta di fasti da troppo tempo lontani, ma che ancora sanno infiammare i nostri cuori rossoblu.

Le lettere perdute di Amarna

Anobii, 17 luglio 2014

amarna_anobii

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