Traduzione in dialetto bolognese di Stefano Rovinetti Brazzi
Traduzione in italiano e commento di S. Em. Card. Gianfranco Ravasi
A cura di Aldo Jani Noè & Enrico Pagani
Poema sull’amore per eccellenza, anche se composto di soli 117 versi, il Cantico dei Cantici sfugge al tempo e continua a parlare a tutti i cuori a distanza di più di duemila anni. Parla anche tutte le lingue, come succede in questo volume che tenta l’inedita operazione di tradurre in dialetto bolognese un testo biblico, caposaldo della cultura ebraica e cristiana. Per dimostrare che anche lingue prive di una tradizione letteraria illustre, confinate in genere nel passato, nell’oralità e nel “quotidiano”, possono invece esprimere testi aulici. Ma anche un atto d’amore nei confronti del bolognese, sempre più sofferente ma da salvaguardare perché in grado di sorprenderci ancora con potenzialità espressive inesplorate.
L’idea di tradurre il Cantico dei Cantici in bolognese nasce dall’Associazione Alemanni e dal Club Diapason, che da anni a Bologna promuovono la lingua, la cultura e il teatro dialettale e che ora ci fanno conoscere il bolognese come lingua poetica, avvalendosi di importanti collaborazioni: l’introduzione e la traduzione dal greco in dialetto bolognese sono di Stefano Rovinetti Brazzi, studioso di lessicografia dialettale e filologia classica. La traduzione dall’ebraico in lingua italiana riporta la preziosa versione del Cardinale Gianfranco Ravasi, a cui si deve anche l’illuminante commento che chiude questo libro. Impreziosisce il volume la pubblicazione del ciclo degli oli di Marc Chagall ispirati al Cantico dei Cantici.
Una lettura per gli innamorati, per gli sposi, per coppie nuove o di lunga data, per chi si interroga sull’amore di Dio o per chi, più prosaicamente, è innamorato del dialetto bolognese. Perché l’amore contiene tutto.