Il diario scritto da Roberto Gandini, nelle trincee della Prima Guerra Mondiale, è un manoscritto dalle cui pagine trasuda l’esasperazione di un ragazzo catapultato, dalle campagne del mantovano all’altopiano del Carso, a combattere una guerra avulsa da ogni logica quotidiana. Tenere un diario è stata probabilmente la sua risposta a una guerra disumana, un modo per dire “io ci sono e lascio testimonianza dell’accaduto ai posteri, qualunque sia il mio destino”.
Le parole scritte di notte su un taccuino sono rimaste impresse sulle sue pagine fino ai giorni nostri.
Il diario di Roberto Gandini fu pubblicato sul n. 12 di Strada Maestra (1979) pp. 63-105. Questa riedizione del Diario è stata condotta su quella pubblicazione, a causa anche del fatto che a partire dal 7 dicembre 1915 le note sono vergate a matita e che la scrittura a matita col tempo è notevolmente sbiadita: se riusciva problematica la lettura nel 1978-79, come rileva Mario Gandini nella sua “Nota filologica”, a sessant’anni dalla redazione del testo, oggi, dopo oltre cento anni la scrittura è ancora più difficilmente leggibile. Ciò non ha tuttavia impedito il recupero dei nomi di alcune località e riportare alla lezione dell’originale talune correzioni del 1979.