Celate verità

ruggeropo.it – 5 agosto 2021

Foibe. Una donna indaga sugli ostinati silenzi della nonna

Nell’ultimo romanzo di Licia Brancolini, la storia di Miriam, una donna che, dopo 80 anni, percorre a ritroso il viaggio degli esuli giuliani.

Licia Brancolini

L’input

“Era dai tempi in cui l’insegnante di applicazione tecniche faceva brevi accenni alle sue origini – racconta Licia Brancolini – che mi ripromettevo di saperne più”. Alla professoressa Gugnali gli occhi si inumidivano ogni volta; originaria di Fiume, appariva evidente che quel viaggio a senso unico non lo aveva voluto, lo aveva subito.  Dai tempi della guerra erano già passati più di vent’anni ma nessuno, ancora, in quell’inizio degli anni 70, aveva voglia, o meglio il coraggio, di riaprire quelle pagine dolorose. Degli orrori del fascismo e del nazismo si scriveva e parlava, far conoscere era un dovere civico di testimonianza. Dei massacri compiuti da partigiani ‘titini’ per prendersi l’Istria, della lunga stagione delle foibe, assolutamente no. Ci vollero ancora molto anni prima che questa pagina di storia fosse resa pubblica; la Giornata del Ricordo, il 10 di febbraio, fu istituita solo nel 2004, 61 anni dopo l’inizio di quei tragici fatti.

L’autrice

Licia Brancolini è una scrittrice, non una storica, le sue storie nascono dalla sua fantasia ma come sempre c’è una scintilla. Nel caso di Celate Verità, e dei suoi protagonisti, la scintilla scoccò un 10 febbraio di qualche anno fa, quano si ritrovò casuale spettatrice di un programma televisivo dedicato al Ricordo, alle vittime delle foibe e agli esuli giuliani. “Io sono emiliana e non ho nessun legame familiare, diretto, con quei fatti – continua l’autrice – solo il ricordo della prof Gugnali e quella curiosità di capire meglio che cosa potesse esserci dietro quegli occhi umidi”.

L’impossibile equidistanza

I sopralluoghi tra Trieste e l’attuale Istria, divisa fra Croazia e Slovenia, non furono particolarmente puntigliosi, nemmeno tanti i documenti consultati, eppure lo scenario nel quale si muovo i protagonisti di Celate Verità è assolutamente a fuoco. Conosco quelle terre, conosco la storia di quegli anni, e ritengo di potere affermare che non ci sono sbavature. Giudico il romanzo di Licia Brancolini un racconto onesto, avvincente, ben ritmato. E riconosco all’autrice di essere riuscita a teneersi equidistante dalle contrapposizioni, ancora molto vivaci ottant’anni dopo, tra i nipoti e pronipoti degli esuli e quelli dei ‘rimasti’. E dalle improbabili cavalcate retoriche di certi politici di casa nostra.

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