L'ultima intervista

letteredisoccupate.com – 1 aprile 2016

And the winner is…

Premessa: ne è valsa la pena.

Un paio di settimane fa avevo chiesto a voi, o numerosissimo popolo che affolla la virtuale platea di LettureDisoccupate, di aiutarmi nella scelta del libro che avrei dovuto leggere (qui il link del post in questione).
Avevo indetto una sorta di primarie per capire chi, tra Massimo Carlotto, Paolo Panzacchi e Christopher Hitchens, si sarebbe meritato la fortuna di allietare le mie notti insonni nell’ultima settimana di marzo.
And the winner was….img_20160401_151818848_hdr.jpg
La più classica delle maggioranze bulgare aveva deciso che Paolo Panzacchi sarebbe stato l’eletto. Ma…
Ammetto di essere stato a un passo dal tirarmi indietro, avevo anche pensato di invalidare le primarie appellandomi a gravi vizi di forma nello scrutinio dei voti, ma, per fortuna, il pensiero è rimasto tale.

La solita breve, stupida recensione.
Gugielmo, Alba ed Elena sono tre delle anime di una storia che si sviluppa tra le strade di Londra, Parigi e Bologna. Storia umana di rapporti iniziati e mai portati a compimento, di botte e sesso, autodistruzione e pentimenti tardivi, alcol e letteratura.
Tre esseri che fanno capo a una sola figura, quella di Cat, etereo filo conduttore, guida e spettatore molto interessato di un romanzo che si muove in due tempi. Il primo, quello descrittivo, quasi democraticamente sviluppato sui tre soggetti principali. Il secondo, quello più strettamente (auto)biografico, legato alla persona di Guglielmo e alle sue vicissitudini di scrittore, marito, amante e altro ancora.

Perché ho avuto dei dubbi?
Perché Paolo è un amico, o almeno una di quelle persone che pian piano lo stanno diventando, e io i libri dei miei amici ho paura di leggerli, perché se mi fanno schifo, poi, chi glielo va a dire? Non sono mai stato bravo a inventami frasi di circostanza come “ma lo sai che il tuo libro è molto interessante!”, non ci riesco proprio a essere ossequioso quando non è il caso.
Ma mettiamola così, in questo caso mi è andata grandemente di culo!

Gli elogi.
Paolo Panzacchi scrive bene, molto bene.
Paolo Panzacchi ha una cura nei dettagli che gli invidio, uno di quei doni che o ce l’hai o te ne fai una ragione.
Paolo Panzacchi è stato lo spillo che ha punto le mie palpebre ogni volta che cercavano di abbassarsi a causa del sonno che avanzava (questa metafora vale almeno una bottiglia di vino, caro Paolo, ndr).

Le critiche.
La struttura, per molto valida che sia, secondo il mio parere avrebbe funzionato ancora meglio se la descrizione dei personaggi e la storia di Guglielmo si fossero alternati in parallelo.
E poi non ho altro da eccepire, perché sennò mi dovrei inventare cose che non penso.

Riassumendo, posso solo dire che, se l’infame e distruttivo mondo dell’editoria glielo permetterà, Paolo Panzacchi farà molta strada e vedrà platee molto più importanti di questo blog (blog del quale, però, dovrà ricordarsi quando andrà a fare le presentazioni con gli scrittori fighi, pena la divulgazione ai quattro venti dei piccoli segreti che ci siamo confidati nelle segrete stanze di un locale del centro di Bologna. Uomo avvisato…).
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PS: Fai così, prova a leggerli dall’alto verso il basso, i libri, vedrai che danno più gusto!

Gio, l’adulatore in cerca di bevute gratis

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