Voci dal bazar

Da sindaco della fascia alla fascia da sindaco

CARLO-NERVO---copertina---web

SECONDA EDIZIONE

Grande protagonista in maglia rossoblu per oltre un decennio insieme a tanti illustri campioni, Carlo Nervo, vicentino di Solagna, è il giocatore che meglio rappresenta il percorso sportivo dell’era Gazzoni.
Stagioni bellissime e indimenticabili, dallo spirito marcatamente risorgimentale, caratterizzate da promozioni in carrozza, piazzamenti
inattesi, notti europee da brividi. Fino a un deprecabile declino, frutto di gravi errori gestionali e scelte sbagliate che con il calcio giocato
hanno poco a che fare e che porteranno a un’obbligata uscita di scena di Gazzoni con il passaggio della maggioranza delle quote societarie a Cazzola.
Nel mezzo, tutta la carriera in rossoblu del buon Carletto, ala destra umile e multitasking del miglior Bologna degli ultimi trent’anni.
Classe 1971, arrivato dal Mantova in asta fallimentare per iniziativa del presidente Gazzoni, dal 1994 al 2007 colleziona ben 417 presenze
corredate da 42 reti complessive, un rendimento costante e prestazioni eccellenti gonfie di sacrificio e fatica, che gli consentiranno di conquistare la maglia della Nazionale azzurra alla non più verde età di trentuno anni.
È un racconto che parte da lontano, dall’infanzia ai piedi del monte Grappa, che attraversa la straordinaria epopea con la formazione felsinea, della quale diverrà per un periodo anche il capitano, e arriva al suo intenso post calcio dei giorni nostri, come imprenditore del ramo mobiliare e sindaco del suo paese d’origine: un’altra fascia (tricolore) che non si può percorrere come ai bei tempi, ma da indossare con l’impegno di sempre.
Un personaggio che meritava di essere raccontato. Ci ha pensato Andrea Pelacani, un tifoso che ne ha seguito il cammino calcistico direttamente dalla curva Andrea Costa, regno indiscusso del tifo rossoblu, e che attraverso interviste e ricerche ne ha descritto la maturazione tattica nei confronti di un ruolo, quello dell’ala, di cui da queste parti e negli ultimi tempi si stanno perdendo ingiustificatamente le tracce. Come se fosse uno di quegli antichi mestieri che nessuno vuole fare, o ancor peggio, sa fare più.

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