Alla Corte di Re Gino

TRC Bologna – 9 giugno 2019

Ricordo di Re Gino, il gatto che ha conquistato il mondo

9 giugno 2019 Giada Guida

La gente, che ne ha pianto la scomparsa a novembre dello scorso anno, ha voluto ricordare la simpatica mascotte con una statua

SAN GIOVANNI IN PERSICETO (Bologna) – Il gatto Gino si aggirava con nonchalance negli uffici comunali, tra i negozi, nei ristoranti, nelle fiere, sentendosi perfettamente a proprio agio in ogni contesto tanto da essere considerato a tutti gli effetti un cittadino di San Giovanni in Persiceto, o meglio, un Re, come tutti lo chiamano. Ora la gente, che ne ha pianto la scomparsa a novembre dello scorso anno, ha voluto ricordare la simpatica mascotte con una statua, proprio come si fa con i personaggi più importanti. Perchè quel simpatico gattino, tanto amato dalla sua famiglia e coccolato dai persicetani, era ed è un idolo del paese, e anche dei social dove conta migliaia di fan. Non solo una statua per Re Gino ma anche un libro e una mostra. Tutto grazie a donazioni arrivate persino dal Canada.

Alla Corte di Re Gino

il Resto del Carlino – Bologna 5 giugno 2019

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Alla Corte di Re Gino

il Resto del Carlino – Bologna 28 aprile 2019

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Strada Maestra 72-76

Ufficio stampa Comune S.G. Persiceto – 8 gennaio 2019

comunicato stampa

Sabato 12 gennaio alle ore 10 nell’androne al primo piano del Palazzo Comunale di Persiceto si terrà l’inaugurazione della mostra bibliografica in occasione del 50° anniversario di pubblicazione della rivista di studi locali “Strada Maestra. Quaderni della Biblioteca comunale G.C. Croce”. All’inaugurazione seguirà, nell’attigua Sala del Consiglio, la presentazione del nuovo numero della rivista.“Strada Maestra” è una delle riviste culturali più longeve e prestigiose della pianura bolognese, nata nel 1968 e stampata allora dall’editore Forni di Bologna. Negli anni si è occupata prevalentemente di storia locale e ha pubblicato studi e ricerche approfondite, dossier di documenti e foto su fatti, personaggi e opere d’arte e ha seguito inoltre le vicende dei persicetani emigrati. Negli ultimi numeri molto spazio è stato dedicato alla pubblicazione dei tanti materiali raccolti e trascritti da Mario Gandini sulla vita e le opere di Raffaele Pettazzoni, lo storico delle religioni e antropologo di fama internazionale nato a Persiceto nel 1883 e morto a Roma nel 1959. La rivista, attualmente pubblicata casa editrice persicetana “Maglio”, negli ultimi anni non ha rispettato la regolare cadenza di uscita semestrale o annuale, ma con la presentazione del nuovo numero si auspica una ripresa di uscite editoriali più regolari.Sabato 12 gennaio si terrà l’evento “Una strada lunga 50 anni”, promosso dal Comune di Persiceto e da Maglio Editore, che prevede l’inaugurazione della mostra bibliografica in occasione del 50° anniversario di pubblicazione della rivista di studi locali “Strada Maestra. Quaderni della Biblioteca comunale G.C. Croce” e la presentazione del nuovo numero della rivista.Il programma avrà inizio alle ore 10 presso l’androne del primo piano del Palazzo Comunale col taglio del nastro della mostra bibliografica a cura di Anna Bastoni e del Comitato di redazione di “Strada Maestra”. La mostra rimarrà aperta fino al 20 gennaio negli orari di apertura del Comune (dal lunedì al venerdì 8.30-19.00, sabato 8.30-13.00, chiuso domenica e festivi).
Seguirà la presentazione del nuovo numero della rivista con i saluti di Lorenzo Pellegatti, Sindaco di Persiceto, Maura Pagnoni, Assessore a Scuola, Cultura e Politiche giovanili, e di Mario Gandini, Direttore di “Strada Maestra”. Interverranno: Gian Pietro Basello, Paolo Ognibene e Andrea Risi. Roberto Serra leggerà alcuni testi in dialetto presenti nel nuovo numero di “Strada Maestra”. Modera l’incontro lo scrittore Maurizio Garuti.Lorenza Govoni
Ufficio Stampa, tel. 051.6812795
La Vallazza

duecaffè – 29 novembre 2018

Sandro Bertocchi (foto / anni 80)

L’elogio del corridore lento

di Sandro Bertocchi

Il 3 novembre scorso, la Camminata della Vallazza ha avuto un prologo nella saletta al primo piano della Biblioteca Comunale con la presentazione del libro illustrato “La Vallazza 79/18, quarant’anni di corsa”. L’autore, Saverio Fattori, sollecitato dal Direttore del mensile specializzato “Correre”, ha intrattenuto brillantemente appassionati e ex corridori dando prova, lui atleta di buon livello tuttora assiduo praticante, di proprietà di linguaggio e conoscenza tecnica. Fattori, competitore e runner dichiarato, ha suscitato il legittimo interesse degli “addetti ai lavori”, e ha lasciato perplesso chi, come me, per trent’anni ha fatto della corsa lenta una irrinunciabile (e ormai oggetto di nostalgia) alleata contro lo stress da ufficio e una preziosa compagna di avventura lungo cavedagne argini e piste ciclabili. L’autore, a mio parere, rispetto agli autentici valori che la “nostra” Vallazza dovrebbe evocare, ha privilegiato l’agonismo, il confronto con l’avversario e con l’inesorabile scandire del cronometro. Il manifesto della quarantennale manifestazione invita alla “camminata ludico motoria a passo libero”. Centinaia, migliaia di appassionati con la sola ambizione di partecipare e godere della libertà del proprio corpo raccolgono l’invito premiando ad ogni edizione la suggestione del percorso e la bravura del gruppo podistico organizzatore. Riconosciuti il fascino della corsa veloce e l’ammirazione per l’elegantissimo incedere in specie delle “gazzelle” africane, resto convinto che in sede di presentazione (ho solo dato una scorsa alle illustrazioni del bel libro di Fattori che val la pena leggere a prescindere) il ruolo di protagonista e il meritato rilievo andassero proprio a quella moltitudine che prima, durante e dopo la “gara” non ha avuto remore nel gustare le prelibatezze gastronomiche della nostra Bassa. (sb)

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Ti sei perso un passaggio, caro Sandro

di Saverio Fattori

(…)È vero, quella mattina alla biblioteca di Molinella ho indugiato poco sui numeri e sull’aspetto popolare che in realtà nelle pagine del libro è pure presente, ma ne approfitto per qualche riflessione.

Ho iniziato a correre nel 1976, quindi gli anni in cui stava germinando il seme, e so bene che la forza di questo movimento sta proprio nel fatto di essere davvero di massa. Non era difficile comprare un paio di scarpette quasi tecniche e non avevi bisogno di un impianto come quello necessario per praticare il bob a quattro. Bastava una cavedagna che correva parallela al verde della Vallazza, appunto. So bene che sta nei grandi numeri (oggi più che mai visto il declino qualitativo delle prestazioni) la potenza della corsa su strada. Ma per quanto sia lo sport più democratico che esista, visto che chiunque può partecipare alla stessa maratona alla quale è iscritto il primatista mondiale in carica, era bene porre l’accento sul fatto che a Molinella fino al 2007 è successo davvero qualcosa di oggettivamente importante appunto perché metteva d’accordo sia l’aspetto amatoriale che l’eccellenza mondiale. E gli sforzi sono stati enormi, sforzi ai quali io non ho partecipato, ma mi sembrava giusto sdebitarmi cercando di mettere in scena in questo libro quello che è successo in quei formidabili anni, metterli nero su bianco, farne memoria storica, mai come ora necessaria in tempi così veloci, così veloci che a volte i nostri cervelli fanno surf sulle cose e mai immersioni.

I molinellesi lo “sentivano” che quella domenica mattina a Molinella succedeva qualcosa di importante, non ti avvicinavi alla prima fila delle transenne in zona arrivo, poi il pomeriggio si tornava con l’orecchio alla radiolina per i risultati della serie A, B, e anche C, ma ci stava, ed era necessario davvero raccontarla questa favola nei dettagli.

Oltre tutto il mondo della corsa è cambiato negli ultimi anni caro Sandro, oggi ormai è solo enfasi per la moltitudine, il mito della maratona per tutti, a tutti i costi, costi alti, correre a New York possono farlo tutti, a patto di stare bene economicamente, non occorre nemmeno il certificato medico sportivo, tutti nel sogno della medaglia di partecipazione da mostrare sui social.

Non esistono più circuiti internazionali come quello che si correva a Molinella, una gara simbolo, per arrivare nei primi cento dovevi correre davvero forte, non solo mancano i soldi, ma mancano soprattutto i veri agonisti, quelli che quando li vedevi correre non avevi bisogno di essere un tecnico della Federazione per capire che eri davanti a uno spettacolo raro, prezioso. E visto che quel mondo di eccellenza qualitativa è finito per aprirsi definitivamente solo quello di massa, ludico motorio, questo libro può essere inteso dai neofiti e da chi si è perso qualche passaggio storico come te, caro Sandro, come un Chiedi chi erano i Beatles… alla ragazzina carina che ascolta i Maneskin. (SF)

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