Il bimbo prodigio del Bologna

L’informazione di Bologna, lunedì 28 novembre 2011

I forcelli

BorgoRotondo novembre 2011

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I forcelli

Ufficio stampa Comune S.G. Persiceto, martedì 20 settembre 2011

Inaugura sabato 24 settembre alle ore 17, nella sala esposizioni della biblioteca comunale “G. C. Croce” (piazza Garibaldi, 7), la mostra “I Forcelli. Storia di un borgata fantasma”. Una ricca raccolta di fotografie, documenti e oggetti per raccontare la borgata, situata tra Persiceto e Sala Bolognese, scomparsa nel 1966 dopo una tragica alluvione del Samoggia.

In occasione dell’inaugurazione della mostra verrà inoltre presentato il volume “I Forcelli. Storie di gente, di terra e di acqua dalle parte di San Giovanni in Persiceto” (Maglio Editore). Interverranno Renato Mazzuca, sindaco di Persiceto, Wolfango Horn, promotore del progetto, Pierangelo Pancaldi, curatore del volume, Fernanda Vancini, ex abitante di Borgata Forcelli. La mostra sarà aperta fino al 23 ottobre con ingresso gratuito.

Il volume e la mostra sono il risultato di anni di ricerca su Borgata Forcelli, un piccolo gruppo di case, seminascosto dal vecchio argine del Samoggia, lungo la strada tra San Giovanni in Persiceto e Sala Bolognese. Un borgo che oggi non esiste più, sacrificato nei lavori di sistemazione del fiume dopo la disastrosa alluvione del 1966 e che rischiava di diventare un luogo mitico e lontano, relegato al mondo delle leggende. Quasi una piccola Atlantide sommersa dalle acque. Per evitare un secondo naufragio nell’oblio del tempo, un gruppo di appassionati e di studiosi locali ha recuperato ciò che è rimasto di questa storia per fortuna ancora viva nella memoria degli anziani. Testimonianze, ricordi, racconti e documenti nonché una ricca raccolta di foto d’epoca messe a disposizione da coloro che ai Forcelli hanno vissuto davvero. Tutto ciò che è servito a far rivivere un mondo molto diverso da quello attuale, fatto di mestieri duri, dai nomi oggi quasi incomprensibili: spondini, sbadilanti, scariolanti. Un microcosmo nato su un passato fluviale, che dal fiume ha tratto le risorse per sopravvivere e che è morto quando il fiume è cambiato.
La mostra e il volume che l’accompagna, entrambi patrocinati dal Comune di Persiceto, ricostruiscono, in modo storicamente rigoroso, la storia e l’idrogeologia della borgata, l’economia e la società, la didattica e l’istruzione scolastica, dalle origini fino all’epilogo, nel 1966.
“Crediamo sia importante -piega Wolfango Horn, promotore del progetto- riscoprire e mantenere la nostra storia, la nostra identità di “terre d’acqua” e non per una campanilistica difesa delle nostre tradizioni, ma per comprendere e divulgare la nostra storia, con l’obiettivo di trasmetterla alle nuove generazioni e capire altri popoli che vivono oggi in situazioni molto simili a questo nostro vicino passato”.
La mostra sarà aperta fino al 23 ottobre con i seguenti orari: giovedì, venerdì, sabato 16.30 – 19;  domenica 10 – 12.30 / 16 – 19. Ingresso gratuito.

Istorie di un Basilisco

Anobii, 29 luglio 2011

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Serial Chillers

Corriere della Sera – Bologna

Locandina concorso letterario Serial ChillersKiller in cerca d’autore

di Piero Di Domenico

Venticinque incensurati in cerca d’autore. È il tema di un nuovo concorso letterario che parte da San Giovanni in  Persiceto con l’obiettivo di rovesciare gli stereotipi attorno alla figura del serial killer.

Un fenomeno che affonda nella storia, come confermano i casi eclatanti di Jack lo Squartatore, che funestò l’Inghilterra vittoriana, e dell’americano Henry Howard Holmes, che nel 1896 venne impiccato dopo aver confessato 133 omicidi. Ben prima dei contemporanei mostro di Rostov, il cannibale di Milwaukee o il nostrano Michele Profeta. Gli assassini seriali non sono protagonisti solo delle cronache ma si sono trasformati in autentici personaggi che puntualmente campeggiano in film, telefilm, video e romanzi.

Da qui è partito il trentacinquenne bolognese Fabrizio Belardetti, fotografo con una laurea in Biotecnologie mediche e un master in Bioinformatica, per il suo ultimo progetto, il «Serialchillers Award». Questo progetto nasce da una provocazione: associare profili criminali a soggetti incensurati. Belardetti ha scelto 25 persone integerrime, ne ha fotografato in studio i volti da gente comune, ha assegnato nomi di fantasia all’artigiano come al chirurgo e li ha offerti a disposizione di aspiranti scrittori di gialli e noir, minimo diciottenni. Ispirati da uno dei volti, tutti rigorosamente raffigurati con metà viso e in bianco e nero, dovranno costruire un racconto dalle 3 alle 5 cartelle da inviare entro il prossimo 30 settembre (informazioni su www.serialchillers.it). I 25 selezionati dalla giuria verranno poi inseriti in una raccolta che sarà pubblicata dall’editore Maglio, anch’esso di San Giovanni in Persiceto.

Belardetti, però, i serial killer veri li ha visti. Ha visitato infatti, tra mille peripezie burocratiche, carceri di massima sicurezza come la tremebonda Sing Sing e il Supermax in Colorado, la Prigione 1391 in Israele e l’inglese Belmarsh nei pressi di Londra, ha carpito le storie di alcuni serial killer imprigionati attraverso le foto dei loro sguardi.

Gli incensurati scelti per il concorso, anche se in apparenza sono decisamente truci, hanno invece una fedina penale immacolata, un carattere tendenzialmente pacifico e rifiutano qualsiasi forma di violenza. Il corto circuito che dovrebbe innescarsi, nelle intenzioni dei promotori del concorso, grazie a storie di violenza scaturite da volti di persone innocenti ed estranee alle pulsioni degli scritti, si riflette anche nel gioco di parole costruito sulla parola killers. Il termine  originario è stato infatti sostituito con il più rassicurante «chillers», alla lettera «refrigeratori», come rimarca lo
stesso Belardetti: «Il nome del progetto pone l’accento sul fatto che si sta parlando di chillers, non di killers; anche se in italiano le due parole si leggono allo stesso modo, i significati sono opposti. I chillers sono persone tranquille, posate e
mansuete, che non farebbero male a una mosca. I killers magari lo sono a volte, ma altre volte compiono atti di inusitata violenza. La nostra sensibilità — continua — si sta appiattendo sempre di più, si sta anestetizzando fino a non scandalizzarci di fronte ai comportamenti più aberranti dell’uomo: le notizie ci attraversano senza lasciare traccia».

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